"Mangia prega ama", Elizabeth Gilbert
Ho letto questo libro dopo aver visto il film.
Normalmente cerco di fare il contrario, per non privarmi del piacere di scoprire una storia pagina dopo pagina.
Ma questo libro e questo film sono una storia a parte.
Questa storia ha inizio molto prima che la pellicola uscisse nelle sale italiane, e ancor prima che il libro comparisse nella mia libreria.
Questa storia inizia a New York, nel caldo mese di Agosto dell'anno 2010.
Stavo bevendo una birra ghiacciata dopo aver calpestato anche quel giorno chilometri e chilometri di bollente asfalto newyorchese.
Mio padre sedeva accanto a me, chiaccherando al cellulare con mia madre per il puntuale resoconto della giornata.
Ci attendeva una bella cena e qualche bicchiere di vino prima che la nostra giornata finisse.
Ma prima di dare il via ai preparativi per la cena, ci stavamo concedendo il nostro quotidiano aperitivo nel cortile del New York Palace.
La cameriera, una ragazza gentile e solare, ci chiese se desideravamo ancora qualcosa e poi, in uno slancio di confidenza, ci chiese da dove venivamo. Di lì a poco stavamo chiaccherando come se ci conoscessimo da anni.
Come molte altre persone conosciute a New York, anche lei si dichiarò innamoratissima dell'Italia. Solo l'anno prima aveva trascorso svariati mesi visitando il nostro Paese ed era rimasta incantata da Roma, Siena, Volterra,...
Mi raccontò di aver cercato di ripercorrere le stesse tappe compiute dalla scrittrice di un libro che le aveva cambiato la vita: "Mangia Prega Ama".
"I think you've to read it. It could change your life too." decretò scrutandomi. "Promise me!" concluse sorridente.
Come non promettere?
Promisi che lo avrei letto senz'altro.
Ma non ero affatto convinta che avrebbe potuto cambiare anche la mia vita.
Accarezzai l'idea di comprarlo lì a New York, come ricordo del viaggio e di quella promessa. Ma alla fine mi lasciai scoraggiare dalla mole di pagine.
Nei giorni successivi mi ritrovai spesso a chiaccherare con questa adorabile ragazza (di cui non ho mai capito il nome dal suono irripetibile) e alla fine della nostra vacanza, venne a salutarci dicendoci che avrebbe sentito la nostra mancanza e che sperava che un giorno ci saremmo nuovamente incontrati. So che queste cose siam bravi a dirle tutti, anche quando non le pensiamo, ma io sentivo che lei era davvero sincera e ci stava parlando con il cuore. Lo si leggeva nei suoi occhi e nel tono della sua voce.
Forse sono un'ingenua, ma ho un ricordo bellissimo di questa ragazza che sprizzava positività da tutti i pori. E' stata un'amicizia breve, ma che indubbiamente ha lasciato qualcosa.
Persone così sono davvero rare, e incontrarle è sempre un piccolo dono.
Tornata in Italia, sono andata a vedere il film, nonostante le critiche ricevute.
A me è piaciuto. Non è certo il film più bello che io abbia mai visto, ma mi ha fatto trascorrere qualche ora piacevole.
Poi ho comprato il libro, perchè tutti dicevano che era più bello del film, e perché l'avevo promesso.
Come alcuni di voi sapranno, il libro è diviso in 3 parti, che narrano rispettivamente i 3 paesi in cui la scrittrice ha viaggiato alla ricerca di sè, di Dio, della propria vita.
La prima parte è ambientata in Italia. Carina, divertente... Non ha cambiato la mia vita.
La terza in Indonesia. Bei posti, racconto piacevole. La mia vita è rimasta inalterata.
La seconda è ambientata in India. Interessante. Non conoscevo come si vivesse in un ashram e in cosa effettivamente consistessero le pratiche spirituali, di meditazione e di yoga. E poi in una pagina ho trovato una frase. Una frase che mi ha aperto gli occhi su un problema irrisolto, che ho finalmente visto sotto un'altra prospettiva, forse quella giusta.
E sapete cosa vi dico? Credo di averlo risolto!
Non sono una persona religiosa, non credo nella Chiesa, nel Destino, nel Fato o come lo volete chiamare.
Sono piuttosto una scettica e alle volte un po' troppo cinica.
Ma sono una persona che mantiene sempre le promesse. E ancora una volta ho fatto bene a farlo.
"Il dio delle piccole cose", Roy Arundhati
Questo libro mi è stato consigliato dalla mia mamma.
Vi dico la verità, non volevo leggerlo. Il titolo mi sapeva di "solito libro sull'India, molto profondo, molto triste, che molto fa riflettere".
E così è stato.
Ovviamente, è anche "molto pieno di descrizioni, molto pieno di metafore sulla vita, molto pieno di frasi che solo chi le ha scritte le ha capite". In altre parole: molto noioso. E molto indiano.
Riconosco, però, che sono io a non amare questo genere di libri. So che a molti, invece, piacciono. Forse son quel tipo di libri che o li si ama o li si odia.
Non sono una fan della scrittura "barocca".
Sono per lo stile semplice e diretto. Che evidentemente si addice poco alle storie ambientate in India. Chissà poi perché...
"Semiotica, pub e altri piaceri", Alexander McCall Smith
Ed eccolo qui lo stile che piace a me.
Tagliente, ironico, diretto, veloce.
Io adoro Alexander McCall Smith! La sua Edimburgo, i suoi personaggi.
E adoro la sua serie di romanzi ambientati in 44, Scotland Yard.
Questo è il secondo libro della serie, che vi consiglio vivamente di leggere.
Ovviamente, è il vincitore di questo mese!
Piccola osservazione... Chissà per quale oscura ragione quando devo parlar bene di un libro, mi mancano le parole. Quando devo "dirne male" ne trovo mille!
E' forse perché muovere una critica è più facile che fare un complimento?
Esistono più parole negative che parole positive?
Sono io che ho un brutto carattere?
Molto probabile...