Little bags are back!

Posted by Miss Cici on venerdì 28 gennaio 2011. Filed under: , , , ,
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Le avevo adocchiate già da un po' in giro nella rete e tra le pagine dei giornali, ma ormai è ufficiale: le "borsette" sono tornate.
Dopo anni e anni di borse rigorosamente grandi, se non addirittura enormi, tornano alla carica le "borsettine".
Sono una di quelle persone che preferisce avere una borsa piuttosto grande appesa al braccio, per avere la certezza di poter portare con me: agenda, i-Phone, portafoglio, trucchi vari (che non uso mai), cappello, ombrello pieghevole (quando minaccia pioggia), all'occorrenza anche la macchina fotografica. Così, oltre ad avere la certezza di poter portare tutte queste cose con me, sono anche sicura che la sera tornerò a casa con la schiena a pezzi.
Durante la mia vacanza a New York, sapendo che avrei camminato molto e per tutto il giorno, e avendo i legamenti della zampina rotti di fresco, ho portato con me una "borsettina" miracolosamente riesumata nell'armadio e, con mia grande sorpresa, ho scoperto che era più che sufficiente.
Basta liberare la mente dalla fobia di avere con sè tutta casa, e la borsa di tutte le cose inutili.

Dopo anni di borse enormi, quindi, ho deciso che il mio prossimo acquisto sarà una borsa piccina piccina.
In fondo non c'è niente di più femminile ed elegante di una donna che stringe sotto il braccio, o tra le mani, una graziosa, piccola borsa.
Il mio oggetto del desiderio si chiama: Classic Box Bag di Céline.
Mi piacerebbe averla rossa o blu. Ma se proprio non fosse possibile, potrei accontentarmi anche di quella marrone o nera.





Leighton Meester è d'accordo con me e l'ha scelta rossa.

Una più che valida (e sospetto inarrivabile) alternativa è la Constance di Hérmes.


Ma quest'anno possiamo davvero sbizzarrirci, perché le alternative sono davvero tante.
Ad esempio, Leighton alterna la sua Classic Box alla Sally di Chloè.

Ulteriori, interessanti alternative sono:

Jason Wu

Louis Vuitton

Michael Kors

Kate Spade

Burberry

Davvero carinissima è questa Miu Miu color peonia che ho trovato sul blog "See Creatures".
Abbinata all'abito di Orla Kiely è perfetta.




E per concludere, vi presento la borsetta che ha condiviso con me la vacanza a New York.
Dopo anni di solitudine nel fondo dell'armadio, è ora una delle mie preferite!

Bag

Insieme a Central Park...
Bike

Io posso uccidere il Ciciarampa

Posted by Miss Cici on mercoledì 12 gennaio 2011. Filed under: ,
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Il proposito di essere vergognosamente felice per i prossimi 353 giorni non è il solo che mi frulla nel cervello in questi primi giorni del 2011.

Ho deciso, infatti, che questo sarà l'anno in cui - udite, udite! - la sottoscritta smetterà di fumare.
Chi mi conosce sa benissimo che non è la prima volta che faccio questa promessa, e sa altrettanto bene che non riesco mai a mantenerla.
Nel 2009 sono riuscita ad astenermi dalla sigaretta per ben 2, lunghissimi, mesi. Ed è preoccupante quanto bene io ricordi la durata di questo periodo di astinenza.
Come disse Woody Allen: "E' facile smettere di fumare, io l'ho fatto tante volte!".
La cosa che più odio dello smettere di fumare è che è il momento per eccellenza in cui mi rendo conto di quanto io sia simile a un tossicodipendente.
Eppure questa consapevolezza non è di alcun aiuto.
Riesco a trovare ogni volta una giustificazione per fumare un'ultima sigaretta, giustificazione che sul momento sembra più valida di qualsiasi buon motivo per smettere.
Stanotte mi sono svegliata con un pensiero in testa: "Non posso fumare." e questa consapevolezza mi ha gettato nel panico.
Qualunque cosa io faccia non riesco a smettere di pensare che voglio fumare e non posso.
Se per un attimo riesco a pensare ad altro, ho sempre la sensazione che ci sia un pensiero negativo nel mio retrocranio e questo pensiero è sempre lo stesso: "Non posso fumare".
E' semplicemente imbarazzante essere ridotti in questo stato di schiavitù mentale.
Nella mia vita ho superato cose ben più grandi, eppure non riesco a liberarmi di un oggetto piccolo, insignificante e puzzolente come una sigaretta.
Va detto che sto facendo dei piccoli passi avanti.
Anni fa in me non c'era nemmeno l'intenzione di smettere.

Ieri sera, dopo aver mangiato compulsivamente, essermi sentita in colpa e quindi innervosita, e quindi bisognosa di una sigaretta, ho preso in mano il famoso libro "E' facile smettere di fumare se sai come farlo".
Mi è stato prestato anni fa da un mio ex-collega, che grazie al segreto racchiuso in quelle pagine era riuscito a liberarsi del vizio. Non l'avevo mai letto, perché non intendevo smettere e perché non ho mai creduto che un libro potesse aiutarmi.
Ieri sera, in preda alla schizofrenia, ho chiesto anch'io aiuto al libro magico.
E cosa ti dice dopo poche pagine? Di fumare una sigaretta!!!
E io non ne avevo neanche mezza in casa!!!
Vi giuro che sono stata pericolosamente vicina al prendere a testate il muro.
In pratica il signor Allen Carr, autore di questa Bibbia per fumatori pentiti, ti dice di non smettere di fumare mentre leggi il suo libro.
Teoricamente, giunto all'ultima pagina sarai tu stesso a non aver più alcuna voglia di smettere.

Ora sono davanti a un bivio...
Che faccio? Continuo a non comprare sigarette, oppure mi compro l'ennesimo ultimo pacchetto da fumare finchè non avrò finito di leggere il libro?

E voi avete qualche consiglio che possa aiutarmi?

Vi terrò aggiornati sui progressi della mia lotta contro il fumo...
Una cosa è certa: nel 2011 sconfiggerò il mio Ciciarampa!

E' sempre l'ora del tè!

Posted by Miss Cici on martedì 11 gennaio 2011. Filed under: , ,
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La vacanza è finita e la vita ricomincia.
La quotidianità era pronta ad accogliermi a braccia aperte, e io mi son tuffata volentieri nel suo abbraccio. Abbraccio che quest'anno mi è andato un po' strettino.
Complici (o colpevoli) aperitivi, cenette, i calici di champagne, torno alla vita di tutti i giorni con qualche chiletto di troppo. E tanti tanti buoni propositi.
Primo tra tutti: dieta!
Aboliti dalla mia tavola alcoolici, cioccolata e formaggi.
Limitato il consumo di carboidrati, zucchero e caffè.
Gli ultimi due saranno consentiti solo al mattino, e il caffè del pomeriggio sarà sostituito dal classico "tè delle 5".
Da bambina bevevo tè a profusione. A differenza dei miei coetanei che iniziavano la giornata con latte e cioccolata, io davo il benvenuto al nuovo giorno davanti a una fumante tazza di tè.
E' giunta l'ora di rispolverare le vecchie buone abitudini.
E ora il mio "tea time set" è fornitissimo, grazie al contributo della mia adorata AleLove (che mi ha anche dato l'idea per questo post), è giunta l'ora di rispolverare le vecchie buone abitudini.


Non così fornito, ma ci sto lavorando...



Il tè è una delle bevande più antiche e consumate della storia, seconda solo all'acqua. Affonda le sue origini, avvolte nel mistero, nella lontana Cina di 5.000 anni fa. Secondo un'antica leggenda l'imperatore Chen Nung era un tale maniaco dell'igiene da bere solo acqua bollita. Un giorno, nel 2737 a.C., mentre riposava all'ombra di un albero di tè selvatico, una foglia cadde accidentalmente nella sua tazza colma d'acqua e la tinse d'oro. Fu tanta la curiosità dell'imperatore davanti a quell'invitante colore che bevve senza esitare, e tale il benessere che ne trasse che decise di studiare quell'albero e le sue benefiche proprietà. Fu così che nacque il tè che tutti noi oggi conosciamo.
La cerimonia del tè cinese si chiama Kung fu cha che vuol dire "tè preparato con cura e attenzione".
Leggermente diversa è, invece, la cerimonia giapponese, Cha no you, considerata l'espressione più pura dell'estetica zen.
Il rito giapponese si basa sul concetto del wabi-cha, uno stile semplice e sobrio, secondo gli insegnamenti del monaco Murata Shuko che sosteneva: "Uno splendido cavallo si manifesta meglio in un'umile capanna che in una sontuosa stalla.".
I principi basilari che regolano il rito giapponese del tè sono: Armonia tra tutti gli elementi coinvolti nella cerimonia: ospite e invitato, oggetti scelti e cibo servito; Rispetto; Purezza e Tranquillità.


Il tè è giunto in Europa nel 1632, importato dalla Compagnia Olandese delle Indie Orientali. La sua fama si diffuse in Francia e in Olanda, e successivamente in Gran Bretagna, dove nacque il celebre rito del "tè delle 5", inaugurato dalla Regina Vittoria il giorno della sua incoronazione nel 1838.
Si stima che gli inglesi consumino 48 miliardi di tazze di tè all'anno.
D'altronde, come diceva Sting in "Englishman in New York": "I don't drink coffe I take tea, my dear [...] I'm an Englishman".

Ne desidero ardentemente una!

Nella letteratura sono moltissimi i riferimenti al tè.
Si conta che Dickens ne "Il Circolo Pickwick" ne parla 45 volte, e William Thackeray ne "La fiera delle vanità" 41 volte.
Ma, come potete facilmente indovinare, l'immagine a me più cara è quella descritta dalla penna di Lewis Carroll in "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie", nel capitolo "Un tè di matti".
Alice, nel suo girovagare, si ritrova nei pressi dell'abitazione della Lepre Marzolina che in quel momento sta prendendo un tè in compagnia del Cappellaio Matto e del ghiro.

Lepre Marzolina: "Prendi più tè."
Alice: "Non ne ho ancora preso niente, non posso prenderne di più."
Lepre Marzolina: "Vuoi dire non puoi prenderne di meno. E' facile prenderne più di niente."

Alice ebbe un'idea luminosa e domandò: "E' per questo forse che vi sono tante tazze apparecchiate?"
"Per questo." rispose il Cappellaio Matto "E' sempre l'ora del tè, e non abbiamo mai tempo di risciacquare le tazze negli intervalli."
"Così le fate girare a turno, immagino..." disse Alice.

If you are cold, tea will warm you;
if you are too heated, it will cool you;
if you are depressed, it will cheer you;
if you are excited, it will calm you.
(William Gladstone, politico inglese, 1809-1898)

There are few hours in life more agreeable than the hour dedicated to the ceremony known as afternoon tea. (Henry James - "The Portrait of a Lady")

Great love affairs start with Champagne and end with tisane! (Honoré de Balzac)

Il libro del mese: Dicembre

Posted by Miss Cici on lunedì 10 gennaio 2011. Filed under:
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alice ~ 8


"La lettrice di Shelley", Alona Kimhi
Ho comprato questo libro perché conquistata dal titolo.
Una volta letta la trama, però, ho iniziato seriamente a preoccuparmi: non è il mio genere di libro.
Dopo le prime 40 pagine, che ho letto con fatica, da preoccupata sono diventata demoralizzata: non sarei mai riuscita ad arrivare alla fine di quel libro.
E poi... A pagina 50 è scattato l'amore.
L'amore per i due protagonisti: la fragile, disturbata, disadattata Susanna, la lettrice di Shelley, e il suo affascinante cugino che, oltre a essere anch'egli un "lettore di Shelley", al grande poeta somiglia anche.
Normalmente le ambientazioni indiane, arabe, e simili non riescono a prendermi, probabilmente perché sono delle realtà troppo distanti dalla mia in cui non riesco molto a immedesimarmi. Questo libro è stata un'eccezione.
Inoltre, m'è venuta voglia di rileggere Shelley, di cui ho un vaghissimo ricordo risalente agli anni del liceo.
Se avete voglia di farvi qualche amara risata, questo è il libro giusto.

Felice anno!

Posted by Miss Cici on martedì 4 gennaio 2011. Filed under:
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C'eravamo lasciati nel 2010, a pochi giorni da Natale, con la mia valigia semi-pronta che attendeva di esser chiusa, un paio di treni da prendere - con la speranza, anche quest'anno vana, che fossero puntuali -, regali da scartare e altri da incartare, e l'attesa di giorni di festa felici, da trascorrere con amici e parenti.
Non è andato tutto esattamente così.
La valigia è stata chiusa, ma non ho messo dentro tutto quello che avrei dovuto; un treno si è rotto e sono arrivata a casa con un'ora di ritardo; ho rivisto parenti e amici, tranne uno.
La mattina della Vigilia di Natale un amico caro a me e ai miei genitori ci ha lasciato.
Improvvisamente, inaspettatamente, ingiustamente.
Troppo giovane, con troppe cose ancora da fare, con troppi "perché" senza risposta lasciati dietro di sè.
Il senso di precarietà è stato il mio compagno durante queste feste.
La consapevolezza improvvisa che nulla ci appartiene, soprattutto le persone che amiamo. Loro non sono "nostre", e da un momento all'altro possono esserci strappate. Eppure, sono proprio le persone che forse diamo più per scontate.
E invece, nulla è scontato. Non è scontato quello che possiedo, le persone che mi circondano, il loro amore. Non è scontato che io arrivi a questa sera. Non è scontato che io realizzi tutto quello che ho in programma di fare durante questo anno nuovo.
Ma questo non mi impedirà di continuare a progettare, a voler vivere, con più forza di prima.
Il mio proposito per l'anno nuovo è: vivere sorridendo e desiderare ardetemente farlo.
Niente più lamentele, al bando i musi lunghi, vietato litigare, essere tristi, pessimisti e depressi.
Quest'anno voglio essere sfacciatamente, intensamente felice.
E auguro di esserlo anche a tutti voi.
Vi auguro un buon, felice anno nuovo.