Il libro del mese: Novembre

Posted by Miss Cici on martedì 11 dicembre 2012.
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Lo specchio dei desideri, Jonathan Coe
Quel brontolone di Jonathan Coe si cimenta con un racconto per ragazzi.
Una bambina trova in una discarica un frammento di specchio nel cui riflesso vede il mondo come vorrebbe che fosse.
Crescendo lo specchio sembra perdere il suo potere.
Perché crescendo si perde la capacità di sognare, diranno i miei piccoli lettori.
Esatto.
Vi sembra storia già sentita?
Esatto.
Jonathan c'hai provato. Voto 6 e mezzo, perché sei tu.

Cose da salvare in caso d'incendio, Samia Murphy
Quando un bambino russo, che da grande vuole fare il prestigiatore, incontra una bambina russa, che da grande vuole fare la valletta del prestigiatore, non può che nascere l'Ammmore.
La trama è carina; vorrebbe essere toccante, ma non ci riesce.
Meno male, perché è la leggerezza il suo punto di forza.
Ma la vera perla sono i personaggi,quelli di contorno ancor più dei due giovani protagonisti.
Sono russi emigrati in America, asserragliati in un microcosmo, disperatamente ancorati alle gonne della Grande Madre Russia, diffidenti verso il virus della "yankitudine" che vuole contagiare i loro bambini.
Impacciati nei loro primi passi nel Nuovo Mondo e folkloristici nelle abitudini, sono buffi, teneri, tristi, arrabbiati, disperati, speranzosi.
Ognuno, per ragioni diverse, ti rimane dentro e continui a pensarci.
Mentre nell'aria aleggia il profumo del borscht, e ti lecchi le labbra al pensiero di una vodka ghiacciata.

Ogni mattina a Jenin, Susan Abulhawa
Sulla carta questo libro dovrebbe non piacermi.
E' il genere di storia che leggo con fatica.
Eppure è il libro migliore letto negli ultimi mesi.
E' il libro che vi consiglio.
Un bagno nell'umanità estrema. Nell'estremo amore, nell'estremo attaccamento alla vita, a una casa, a un'idea, a un ricordo. Estremismi che trascinano verso l'altra faccia della medaglia, quella disumana. E chi dice "Io non potrei mai" non è sincero, o più semplicemente, non è mai stato disperato.

I guerrieri di ghiaccio, George R.R. Martin
L'umanità incontra il fantasy.
Perché al di là della trama, al di là del fatto che, come in ogni soap opera che si rispetti, ormai sono condannata a leggere tutti i libri della saga (si vocifera saranno 17), al di là dei draghi, dei nani, dei metalupi e dei bruti, la cosa che rende questa saga diversa è che è una saga senza eroe.
Non c'è nessun Frodo da seguire nel suo peregrinare, e nelle sue noiose elucubrazioni mentali; nessun Harry Potter da sostenere nell'eterna lotta contro il cattivo Voldemort; nessuna Lady Oscar che sguaina la spada e si lancia nella mischia, sprezzante del pericolo.
No, qui tutti ci tengono alla loro pellaccia, e se può andare qualcun altro a farsi uccidere al posto loro, ne sono ben contenti.
Tutti vogliono appoggiare il deretano su quel trono fatto di spade, non perché il Bene trionfi, di questo non frega niente a nessuno. Tutto quello che vogliono sono leggi a loro favore, oppositori decapitati, banchetti, castelli, potere e ricchezza.
Mh... mi ricorda qualcosa...
Forse tanto fantasy questo libro non è.

La mia vita a impatto zero, Paola Maugeri
Paola Maugeri ha vissuto per 3 mesi a "impatto zero": zero riscaldamento, zero luce, zero acqua calda, alimentazione vegana a kilometro zero, detersivi fatti in casa, frigorifero e lavatrice fuori uso, niente corrente elettrica che alimenti pc e tv.
Follia.
Ha tutta la mia stima, ma vivere così non potrei mai.
Ma al di là di queste scelte estreme, nel libro di Paola mi sono ritrovata.
Una su tutte: quando decidi di intraprendere un percorso, che si discosta anche solo di poco da quello della maggioranza delle persone, l'ostacolo più grande nel procedere sono gli altri. Gli amici, i familiari, i colleghi.
Non c'è cosa che mi infastidisca di più della persona che si stupisce che tu sia vegetariana. Superato il momentaneo shock del trovarsi davanti a un vegetariano, questa curiosa creatura, il passo successivo sarà quello di cercare di cogliervi in fallo: "Eh, ma da McDonalds però i cheeseburger li mangi!". No. "Ma il pollo, almeno il pollo, quello lo mangi?" No. E non vedo perché dovrei. Non è forse anche lui un animale? Perché "almeno lui" dovrei mangiarlo?
Tuttavia, loro non vi crederanno, e rimarranno convinti che voi, a notte fonda, quando il mondo riposa, vi ingozziate di Crispy McBacon e Mc Royal Deluxe.
Infine, cercheranno di convincervi che la mancanza di carne vi sta portando verso morte prematura.
Io non sono proprio sicura che sarò io quella a morire a causa dell'alimentazione...
Altra categoria è quella di coloro che dimenticano. Ti invitano a cena e ti fanno trovare un bel pollo arrosto. E quando comunichi che sei vegetariana, loro sgranano gli occhioni e ti chiedono "E da quando?"
Mh... Anni?
E ora che mi sono sfogata, posso dirvi che: il libro della Maugeri è da leggere, ci sono delle ottime ricette, ci sono tante piccole chicche su celebrities più o meno celebri, un delizioso affresco della famiglia Maugeri, la bellissima storia di una donna. Vegana.

Capita

Posted by Miss Cici on lunedì 26 novembre 2012. Filed under:
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Capitano le cose più strane nella vita.

Capita che sei una persona troppo meravigliosa, e questo sarà un male. Per te.
Capita che, pur avendo paura di tutto, ti scoprirai a esser tu a far paura a qualcuno. Mah.
Capita che una persona che ti vuole un gran bene, può fare serenamente a meno di te.
Capita di prendere una decisione sempre quando è troppo tardi.
Di non seguire mai i consigli dei tuoi amici, e di farlo proprio quella volta che il consiglio era sbagliato.

Capita che all'ennesima delusione ti convinci che gli amici dei 20 anni saranno gli unici e ultimi amici della tua vita.
Poi ne hai 30 e ne trovi uno tra le pagine di un blog. 
E sempre a 30  torni a sederti tra i banchi di un liceo e ne trovi un altro. 
E a 40 ti convincerai che gli amici dei 30 anni saranno gli unici e ultimi della tua vita.
Finché a 50 non ne troverai un altro.
Non è una questione di età. E' solo culo.

Capita che un viaggio in un altro paese, per andare a trovare una cara vecchia amica, si trasformi inaspettatamente in un viaggio interiore. E oltre alla cara vecchia amica, ritrovi anche la cara vecchia te. Che mentre tu la trascuravi, l'amica non ha mai smesso di prendersene cura. Grazie.

Capita di piangere. Di prendersi una sbronza di troppo. Di vergognarsi il giorno dopo. Di dire "mai più". Fino al prossimo "mai più".
Capita di soffrire e piangere. Per quelli che ci sono e non vogliono esserci. E ancora di più per quelli che non ci sono più, ma che avrebbero voluto esserci.
Capita di giurare che basta. Di chiedere aiuto. Di chiedere un segno. Di chiedere perché. Perché una cosa si e un'altra no.

In altre, sintetiche, parole, capita un sacco di merda nella vita.
Ma non c'è sensazione più bella dello scrollarsela di dosso.
E se un pochino finisce proprio sul cappotto di quella persona... Che dire...
Nulla capita per caso.
E tu ti sbagliavi: io non sono una persona meravigliosa e tu non ti sei sporcato per caso.

Shit happens!


Il libro del mese: Ottobre

Posted by Miss Cici on venerdì 16 novembre 2012.
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Gli ingredienti segreti dell'amore, Nicolas Barreau
Immaginate: un giorno, sorprese da un temporale, proprio quel giorno in cui eravate senza ombrello, entrate casualmente in una microscopica libreria, proprio voi che non leggete un libro dai tempi della scuola dell'obbligo. Chissà perché, proprio quel giorno decidete di comprarne uno.
Forse perché, Proprio Quel Giorno, il vostro ragazzo vi ha piantate, e avete capito che è ora di trovare un hobby per riempire i momenti morti.
Sempre Proprio Quel Giorno, al rifugio delle pareti domestiche, aprite Proprio Quel Libro e scoprite che la protagonista siete Proprio Voi!
Perché sarà una coincidenza - ma iniziano a essercene Proprio un po' troppe - ma la protagonista indossa Proprio il vostro vestito, Proprio la vostra collana e si trova Proprio nel vostro ristorante.
Non c'è dubbio: siete Proprio Voi.
Allora vi recate presso la casa editrice e chi incontrate appena varcate la soglia? Proprio Lo Scrittore!
Questo libro è Proprio Scontato.

Il profumo del pane alla lavanda, Sarah Addison Allen
Mi lascio ispirare dal titolo per definire questo romanzo: un grazioso potpourri (alla lavanda, ça va sans dire) di cose già lette, viste e sentite.
La piccola cittadina di provincia americana. Tutta invidie e pettegolezzi.
Una famiglia di sole donne un po' streghe un po' hippie.
Il potere dei fiori e un albero di mele magico.
Dolci, profumi e sapori.
Un po' "Chocolat", un po' "Amori e Incantesimi", un po' "Streghe".
Un po' tanto.
Ma non è scritto male.

La fabbrica di cioccolato, Roald Dahl
Non credo occorra raccontarvi la trama, la conoscete tutti.
Che sia un bel libro, pur non avendolo letto, magari ve lo immaginate, o l'avete letto da qualche altra parte.
Da bambina ero terrorizzata dalla sua trasposizione cinematografica. Gli Umpa Lumpa m'inquietavano da morire e Willy Wonka era uno dei miei peggiori incubi.
La versione di Tim Burton è bellissima e il suo Willy Wonka magistrale. Quando l'ho vista ho pensato: "Ecco, così si che mi piace!"
Mi sbagliavo.
La versione corretta e il Willy Wonka giusto erano quelli di quando ero bambina.
Deve farmi paura.
Perché questo libro è un'asprissima critica alla società e all'educazione che le famiglie impartiscono ai loro bambini. Sono loro i mostri da temere, non i piccoli Umpa Lumpa.
E, dunque, come tutte le minacce che si rispettino doveva far paura.
Fai la brava, Cici, o arriva Willy Wonka e ti aspira sù per un tubo pieno di cioccolato!

La finestra dei Rouet, Georges Simenon
Polveroso, asfissiante, incolore, angosciante.
Si appiccica alla pelle come il sudore nella canicola d'agosto.
Tormenta come il sonno che non vuole arrivare.
Incanta come un quadro impressionista.
Capolavoro.




Cosa indossare con un cuore spezzato, Samia Murphy
Scusate, ma ero stanca.
E non fate gli intellettuali, che questi libri li leggete tutti!
Lo so che ne avete uno proprio sotto il Proust che da anni fingete di leggere.
E' vero, di questi libri si sa tutto: come iniziano, come si svolgono, come finiscono.
Ma sono così riposanti...
E questo non era così male.
Quanto meno era ambientato a Londra.

I libri dell'estate

Posted by Miss Cici on martedì 18 settembre 2012.
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Londra Babilonia, Enrico Franceschini
Se amate Londra, quanto io la amo, leggetelo.
E scoprirete che la vostra città preferita può essere ancora più bella di quel che immaginavate.
Se, invece, a Londra non siete mai stati, leggete questo libro, acquistate un biglietto su Skyscanner e andate a visitarla. Che è ora che lo facciate.

Due, Irene Nemirovsky
A voi piace Parigi? A me no. Parigi per me è stata una grande delusione.
E vi starete domandando cosa questo c'entri con un libro.
C'entra eccome, invece.
Perché è a causa di libri come questo se io mi ero fatta un'idea altissima della città di Parigi. Libri in cui viene descritta come fosse un amante.
E poi arrivi lì ed è sporca e rumorosa.
E allora io continuo a leggere libri come questo.
Il libro è meraviglioso e Parigi, tra le sue pagine, anche.
Lipstick Jungle, Candace Bushnell
Mare, sabbia, ombrelloni, teli colorati e birra gelata.
Davvero vi aspettavate che in un simile contesto io avrei letto Dostoevskij?
C'è un momento e un luogo per tutto.
Io ero in quello di Candace Bushnell, delle Manolo e di Manhattan.
E pazienza se le protagoniste sembrano le quattro di Sex & The City, solo più vecchie e più isteriche.
Ad Agosto, a Candace, le perdoniamo tutto.

Tempesta di Spade/I fiumi della guerra/Il portale delle tenebre/Il dominio della regina/L'ombra della profezia, George R. R. Martin
Sono entrata nel tunnel e temo che non è uscirò tanto presto. Sono solo al volume n.8 e ne sono previsti 17...

Il libro del mese: Giugno

Posted by Miss Cici on mercoledì 11 luglio 2012.
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Ci vogliono le palle per essere donna, Caitlin Moran
"Già." direte voi. Bella scoperta.
E penserete, dunque, di esser di fronte all'ennesimo libro PER le donne, di quelli che decidiamo di leggere in cerca di qualcuno che ci dia ragione almeno tra le pagine di un libro. Di quelli che compriamo, ma un po' ce ne vergognamo.
Non sono solita leggere questi libri. Non comprerei mai "Le donne vengono da Venere, gli uomini da Marte". Mi vergognerei a entrare in libreria e acquistarne uno.
Ed è per questo che il libro in questione non l'ho comprato, ma l'ho scambiato con un altro libro, in quel bellissimo "mercatino dei libri" che è Anobii.
Dopo la seconda pagina ho capito che mi sbagliavo.
Alla terza, quando ormai non trattenevo più le risate, ho capito perché questo libro è diventato un best seller in Inghilterra.
Non è un manuale di autostima per donne sole e un po' frustrate, che leggono ascoltando "All by myself".
E' l'autobiografia di Caitlin Moran, irriverente giornalista inglese, nata in una povera e numerosa famiglia di Brighton, autodidatta, giornalista a soli 16 anni del "Melody Maker", il più antico settimanale musicale del mondo, oggi scrive per il "Times", è conduttrice televisiva, critica musicale e ora scrittrice. Una che è stata con Lady Gaga in un club clandestino di Berlino (con la Germanotta in calze a rete e mantello McQueen), una che ha versato un coca&rum su Graham Coxon dei Blur. Ma anche una che si è sentita chiedere dal ragazzo che le piaceva se al liceo la soprannominavano "cicciona", o che era costretta a indossare la biancheria intima smessa dalla madre, stinta e dagli elastici penduli. Una che è una femminista. E che in un'intervista a "Io Donna" descrive così l'essere femministe: "Essere femministe oggi non vuol dire nient'altro che essere se stesse: buone o cattive, timide o presuntuose, sciatte oppure pignole all'esasperazione. Esattamente come gli uomini. O Madonna."
Chapeau. 

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, Jonas Jonasson
Il centenario che salta dalla finestra e fugge, nel giorno del suo centesimo compleanno, dall'ospizio in cui è destinato a trascorrere gli ultimi anni della sua vita, è una sorta di Forrest Gump attempato.
Uno che sembrava lo scemo del villaggio ma, per una serie di curiose coincidenze, s'è ritrovato a bere rum con Truman, a chiaccherare con Mao, a cena con Stalin...
Uno che sembrava scemo, ma scemo non è.
E nemmeno tanto ingenuo.
E allora che razza di Forrest Gump è?
Per un attimo ci avevamo creduto, ma poi la "sòla" è stata scoperta.
Che delusione.

MDNA Tour: if you a problem I don't give a...

Posted by Miss Cici on mercoledì 20 giugno 2012. Filed under: , , , ,
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Giovedì 14 giugno ho assistito all'ultima impresa di Madame Ciccone: l'MDNA Tour.
Avevo deciso che non avrei scritto un post in merito,perché non volevo tediarvi sdilinquendomi come solo una fan adorante, cresciuta negli anni '80, può fare.
La mia ammirazione l'ho espressa tutta sotto palco giovedì sera.
Dirò solo che quella sera, quando sono tornata a casa, le ero grata per quel che mi aveva regalato.

Da quel giovedì sera, però, tutti non fanno altro che spaccarmi i cosiddetti maroni.
Devono avermi scambiato per l'Ufficio Stampa di Madonna.
Negli ultimi giorni sembra che non abbiano altro da dirmi se non:
"La Vecchia è troppo vecchia per dimenarsi su un palco. Dovrebbe reinventarsi e fare dischi sobri."
"E' un baraccone. Ormai è a un passo da Cher."
"E' la solita stronza. Esce in ritardo sul palco e noi tutti lì ad aspettarla."
"Hai letto cosa ha scritto Selvaggia Lucarelli? L'ha paragonata a Sara Tommasi."
"Ormai è morta. Dovrebbe andare in pensione e lasciare spazio a Lady Gaga."
A queste provocazioni, neanche fossi la sorella di Madonna, risponderò qui e per sempre.

Punto primo
Se io sapessi dimenarmi un decimo di quanto si dimena lei, credo che non perderei occasione per farlo. Salirei su qualunque oggetto "palcoforme" mi si parasse davanti. Dal palchetto scalcagnato della Sagra della Porchetta di Ariccia, alla scrivania dell'ufficio, fino alla sedia della mia cucina.

E siate un po' onesti: quante gliene direste se pubblicasse un disco sobrio?
Quanto verrebbe sbeffeggiata, da voi per primi, nel suo patetico tentativo di reinventarsi come "la nuova Carla Bruni", tutta voce sussurrata e ballerine Repetto?
Davvero volete vedere Madonna in twin-set e filo di perle? Davvero vi piacerebbe acchittata come una Bree Van de Kamp qualunque? 
E magari tra qualche anno, perché no, Marilyn Manson in Lacoste e mocassini con le nappine.
Un po' di onestà, per favore.

Punto secondo
Cher merita tutto il mio e il vostro rispetto. Non è un baraccone, come non lo è Madonna.
Ha recitato egregiamente in "Sirene", uno dei miei film preferiti, e cantato una delle più belle canzoni degli ultimi 40 anni: "Bang Bang (my baby shot me down)".
Il fatto che la chirurgia plastica le abbia preso la mano, non sminuisce la sua bravura e non può e non deve cancellare quello che quest'artista ha creato e il segno che ha lasciato.
Ognuno con la sua faccia fa quel che vuole.
Io non lo farei, ma sono certa che Cher non farebbe molte cose che io, invece, ho fatto, come andare in giro con le magliette di Emily The Strange o indossare delle Adidas blu puffo con fuseaux e scaldamuscoli.
E sarebbe ora che tra noi donne si esprima un po' di empatia e solidarietà.
Non è possibile che siam proprio noi le prime a puntarci il dito contro, shignazzando e perculandoci.
Sono proprio questi sorrisetti, questi commentini inaciditi su rughe e botox a indurre le nostre colleghe, sorelle, compagne, chiamatele come volete, a non accettare le prime e ad abusare del secondo. I baracconi siamo noi a crearli. Smettiamola, per favore.

Punto terzo
Il sole a Milano, nel mese di Giugno, tramonta intorno alle 21:20, e se non mi credete andate pure a controllare su internet.
Davvero pensavate che avrebbe fatto un concerto alla luce del sole? Così tutti gli effetti speciali si sarebbero andati a far benedire e sui maxi schermi non si sarebbe visto un accidenti di niente?
Volevate vedere uno show di Madonna o prendere un aperitivo con lei?
Sul biglietto era scritto "Inizio concerto ore 20:00", è vero. E alle ore 20:00 il concerto è iniziato con il dj di supporto, come sempre è stato.
E ditemi una cosa: se ci fosse stato scritto "Inizio concerto ore 22:00", vi sareste presentati alle 21:45, dopo aver cenato con tutto comodo? Io mi sarei presentata comunque alle 17:00, digiuna e boccheggiante per il caldo. E se non avete il fisico per questo, mi spiace, ma avete sbagliato concerto.

Punto quarto
Selvaggia Lucarelli...
Ah bè, se lo dice lei...

Punto quinto: Lady Gaga
Io credo che Lady Gaga sia una grande artista.
Io credo che il Monster Ball Tour del 2010 sia stato un grande spettacolo. C'ero e ho molto, molto apprezzato.
Io credo che Lady Gaga sia tecnicamente più brava di Madonna.
Ma soprattutto credo che Lady Gaga non sarebbe mai stata Lady Gaga se, prima di lei, Madonna non fosse stata Madonna.



Chiaro, no?

E, si è vero, Lady Gaga si fa portatrice di un concetto molto bello.
I suoi "Little Monsters" se li coccola ben bene.
E, che si sappia, io al suo concerto avevo la zampina da "Little Monster" ben alzata in aria. Perché sono stata, e un po' lo sono ancora, una Sfigata di quelle epiche. 
E voglio credere che lei sia sincera quando dice che ci ha tanto a cuore e che ci capisce e che è una di noi.
E non voglio pensare che sia un atto di ruffianeria, un'abile mossa di marketing.
Quella del marketing è Madonna, giusto? Ne siete tutti ferocemente convinti.
Gaga canta col cuore. Madonna canta per soldi.
Io la zampina da Little Monster sul fuoco non la metto.

Veronica Ciccone, algida e robotica, è quell' infame che ha dimenticato quando era un'italo americana cicciottella, con i sopracciglioni, povera in canna.
Ma se fosse che, invece, se lo ricorda fin troppo bene ed è per questo che si ammazza in palestra e non vuole mollare quel palco?
E se fosse che anche lei, come noi e Lady Gaga, si è sentita una Sfigata, ha i suoi mostri nel cervello, e quella corazza - firmata Jean Paul Gautier - fosse il suo modo per sconfiggerli?
E se fosse che anche lei è umana?
Perché non possiamo concederle di esserlo?
Perché quando lo fa, quando ha una caduta di stile mostrando un seno in pubblico, quando si fidanza con un ventenne, quando eccede con il botox, come tante donne di 50 anni, non ci piace più?
Quello che ci piace di Lady Gaga, quello che la rende migliore di Madonna, non è proprio la sua umanità?

E' proprio vero: quando hai abituato troppo bene il prossimo, quando hai sfiorato la perfezione, non ti si perdona nulla.
E allora scusaci, Mad. E' solo che ti vogliamo troppo bene per vederti sbagliare. La verità è forse questa.

Sappi, però, che io continuerò a esserti grata, e non solo per il grande spettacolo di giovedì scorso.
Ti sono grata per tutte le volte che mi hai fatto ballare, sotto un palco a 20 anni e nella mia cameretta a 8.
Ti sono grata per tutte le volte che mi hai fatto compagnia.
Per avermi fatto imparare un po' di inglese pur di riuscire a cantare "Live to tell" insieme alla cassetta che girava nel registratore.
Ti sono grata perché "Holiday" è stata il tormentone di un'incredibile vacanza a Dublino e ci ha regalato tante risate.
Grata perché quando ascolto "Like a prayer" mi si gonfia il cuore, e quando canticchio "Vogue" mi sento un po' più figa.
Perché quando guardo e riguardo "Cercasi Susan disperatamente" e poi il video di "Gimme all your luvin'" penso a quanto sia potente la nostra forza di volontà, a quanto possiamo davvero fare se solo la sapessimo usare. E mi torna la speranza che qualcosa di buono, forse, se ci credo, potrò farlo anche io.
Grazie, Mad.
Al prossimo concerto. Tu avrai 60 anni e io 40, e saremo ancora lì tutte e due a saltare.
E se li facciamo ridere... I don't give A...

Il libro del mese: Maggio

Posted by Miss Cici on giovedì 31 maggio 2012. Filed under:
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Sly, Banana Yoshimoto
E' il mio primo "Banana Yoshimoto".
E forse l'ultimo.
So che Banana è famosissima e molto apprezzata, ma io non posso unirmi al coro.
Magari ho sbagliato libro.
Sta di fatto che mi è scivolato addosso come acqua fresca.
Al punto che faccio fatica a scrivere questa recensione.
Ricordo che l'argomento era un viaggio in Egitto di tre amici, uno dei quali malato.
Ma non ricordo se questa esperienza tra piramidi, tempi e papiri abbia loro cambiato la vita.
La mia no di sicuro.

La confraternita dell'uva, John Fante
Una tenerissima ode al papà. A tutti i suoi difetti mortali e tutti i suoi pregi che lo rendono divino.
Ogni singola pagina mi ha fatto pensare a mio nonno, siciliano e sanguigno, amante del suo lavoro fino all'ultimo. Fin quando non ha potuto più dedicargli la sua vita.
Tanta dolcezza e tanta malinconia a ogni pagina.

Chiedi alla polvere, John Fante
Un bellissimo libro. Indiscutibilmente il migliore del mese.
Un libro che ti arriva dentro con una violenza quasi dolorosa.
E' irruente, vitale, passionale.
Non te lo levi più di dosso.

Il regno dei lupi - La regina dei draghi, George R.R. Martin
Che dire...
Sono diventata una tossica.
Non posso fare a meno di leggere, leggere e leggere.
Sono avida di fatti. Devo sapere chi vincerà la guerra e siederà sul Trono di Spade.
Mi sto tramutando in un grasso nerd americano, ne sono consapevole, ma non posso staccarmi da questi libri.
Ieri sono andata in libreria e ho ordinato i 6 che mi mancavano per completare la saga.
Perché li voglio tutti e li voglio tutti uguali, della medesima edizione, perché devono stare lì, in bella mostra sulla mia libreria e io li debbo rimirare fiera di loro.
Se vi volete bene non entrate in questo pericolosissimo tunnel.
E sappiate che una volta entrati, una volta letto il primo libro, non ne verrete mai più fuori.

Peter Pan nei giardini di Kensington, James M. Barrie
Avevo già letto "Peter Pan" (la recensione qui) un anno fa ed ero rimasta incredibilmente delusa da quella che ero convinta fosse una delle mie favole preferite.
Leggendo il libro ho capito che il merito della mia adorazione andava tutto a Walt Disney e ben poco a James M. Barrie.
Poiché sono magnanima, e poiché non me ne facevo una ragione di cotanta delusione, ho deciso di concedere a Mister Barrie una seconda chance, leggendo quello che potremmo considerare il prequel di "Peter Pan".
"Peter Pan nei giardini di Kensigton" è, infatti, la storia di come il piccolo Peter diventa il Pan che noi tutti conosciamo.
Una storia molto tenera ambientata nei bellissimi giardini di Kensigton che di notte, quando i cancelli chiudono e le tate tornano nelle loro case con i pargoli, si tramutano in brulichio di fate, un chiacchericcio di alberi e fiori, un'operosa attività di uccellini che costruiscono i loro nidi.
E' qui che Peter cresce, diventando un "forse-che-si-forse-che-no", un po' bambino, un po' uccellino.
Come arrivi all'Isola che non c'è, non è dato sapere.
Un libro molto tenero.
Eppure, non vedevo l'ora che finisse.
Perché questo libro ha un problema. E questo problema si chiama James M. Barrie, che è noioso come la morte.
Anzi di più.
In fondo, come dice Peter, la morte sarà una meravigliosa avventura.
Barrie no.


Serata un po' così.

Posted by Miss Cici on martedì 29 maggio 2012. Filed under:
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Serata un po' così.
In silenzio, nè musica, nè televisione.
Una doccia bollente e una tisana con foglie di menta fresca.
Una maschera sul viso e smalto fresco sulle unghie. Un nuovo rosso mi ha fatto perdere la testa.
Uno sbadiglio, un sorriso per le cose belle che, comunque, continuano a succedere.
Perché esistono le Persone Belle.

Buonanotte.

E da domani metto i tacchi, un sorriso nuovo e un vaso di peonie sul tavolo.




La Cosa

Posted by Miss Cici on venerdì 11 maggio 2012. Filed under:
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Quante volte vi hanno detto "Devo dirti una cosa", e poi non l'hanno fatto?
Quanto tempo ed energie avete sprecato nell'estenuante tentativo di capire COSA dovevano dirvi?
Quanto questo ha provato il vostro sistema nervoso? 


Le persone che devono "Dirti una Cosa", e poi non lo fanno, vanno presi per un braccio e accompagnati, non troppo gentilmente, nel girone degli "Ulissi che non fecero ritorno", girone in cui possiamo incontrare, tra gli altri:
- Intervistatori di colloqui che "Le faremo sapere", e poi svaniscono nella voragine del Monte Fato, provincia di Mordor, insieme a Gollum e al suo Tesssoro;
- amici/che che "Non so cosa farò stasera, ma ti faccio sapere", e poi vengono rapiti da David Bowie, nelle vesti di Jareth, re dei Goblin in "Labyrinth";
- fidanzati che "Prendiamoci una pausa", e poi vengono risucchiati dalle Paludi della Tristezza insieme ad Artax, il cavallo di Atreiu. Va da sè che in suddette paludi incontreranno una nuova fidanzata, ma non riteranno opportuno dirvelo.
Di tutti costoro noi rimaniamo in attesa come Penelope, a fare e disfare la nostra tela di fini pippe mentali.

Le persone che devono "Dirti una Cosa", e poi non lo fanno, sono giustificate solo nei seguenti casi:
- Alzheimer prematuro e improvviso.
- sono ex agenti della CIA colpiti da amnesia, come Matt Damon nella trilogia di "Jason Bourne" (che poi la memoria torna anche a lui).
- sono vittime di una rapina in una strada malfamata di Praga in cui si aggiravano solo 2 imbecilli: loro che rimuginavano sulla "Cosa" da dirti, e Chuck Bass con in tasca il brillocco da millemila dollari. Sarebbe auspicabile che, in attesa torni loro la memoria, noi incontrassimo un principe, come Blair Waldorf in attesa di Mister Bass.

In tutti gli altri casi non hanno giustificazione alcuna.

Invece, noi dopo 4 giorni di educata attesa abbiamo il diritto di perdere interesse verso la "Cosa". E verso di loro.
Perché i motivi per cui non ci dicono questa maledettissima "Cosa", sono plurimi e tutti ugualmente spiacevoli.
In primis, si divertono.
Mentre noi li guardiamo con occhioni sgranati, affamati di conoscenza, ardenti di curiosità, grati anche solo di un insignificante indizio, un rebus, una colonna di sudoku, loro Godono.
Se guardi bene potrai vederlo: il Ghigno.
Loro ghignano di noi. Loro ne traggono piacere. 

La seconda motivazione è che sapere che ci stanno tenendo sulla graticola li fa sentire potenti.
Noi e i nostri occhioni da cerbiatto gli abbiamo conferito IL Potere.
Loro conoscono la "Cosa", loro hanno il Potere di decidere se La sapremo o no. Loro possono decidere come, dove e quando.

Citando un film di qualche anno fa ("Qualcosa di cui sparlare") vorrei dir loro che la "Cosa" possono scriverla, metterci un francobollo e spedirla a qualcuno a cui gliene frega qualcosa.
Io ho perso interesse.
Io ho "Cose" più importanti a cui pensare.
Io ho "Cose" più divertenti a cui pensare.
La loro "Cosa" è diventata noiosa.

Perché questo atteggiamento da misterioso-ma-profondo-ma-anche-rude-ma-dal-cuore-di-panna era demodé già ai tempi di Dylan di Beverly Hills. Che alla fine pure Brenda ne aveva le palle piene e se n'è andata a cercar successo altrove.
Il bello e tenebroso fa tanto anni '90.
E la letteratura di ogni tempo ci insegna che alla fine non è mai bene sceglierlo.
Che anche Mister Darcy alla fine cambiava atteggiamento, in seguito a probabile epifania, acquisendo la consapevolezza che continuando a tirarsela sarebbe rimasto a farsi le pippe da solo a Pemberley.

In conclusione, avrei io una Cosa da dire a tutti costoro: scendete da 'sto piedistallo!
O rimaneteci su da soli.
Che io preferisco star qui giù, con le persone normali che quando hanno una cosa da dirti te la dicono. Subito.
Volevo dirvi questa cosa e ora l'ho detta.


Photos via: A Lovely Being, Pinterest, Tumblr

Il libro del mese: Aprile

Posted by Miss Cici on martedì 8 maggio 2012. Filed under:
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Libri e amori a Los Angeles, Karen Mack e Jennifer Kaufman
Francamente se ne poteva fare a meno.
La sola cosa che mi è piaciuta è che è un libro che parla di libri.
E lo conserverò come promemoria di libri da leggere.


Il suggeritore, Donato Carrisi
Sono rimasta sveglia fino alle 2:30 di notte per terminarlo, e credo che questo sia il 
complimento più bello che un lettore possa fare a un libro.




Wish List Spring 2012

Posted by Miss Cici on mercoledì 18 aprile 2012. Filed under: , , ,
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La fase "non riesco a comprar nulla, perché nulla mi serve veramente" è terminata. (Non so se ricordate... Qualora così non fosse, leggete qui, prego.)
Ora sono affamata di cose.
Tutto mi piace e tutto mi serve. O così mi pare.
Inizio a pensare sia un errore astenersi dallo shopping per troppo tempo.
Un po' come quando dicono che digiunare è controproducente: dimagrisci, è vero, ma appena torni a mangiare recuperi tutti i chili persi e anche qualcuno in più.

Sentendomi molto brava per aver digiunato tanto a lungo, ho deciso che potevo regalarmi la Cambridge Satchel Company, su cui medito da un annetto.


Poi è arrivato Marni da H&M.
E io sono voluta andare a dare una sbirciatina.
Tanto sarei arrivata quando tutte le cose carine erano già finite negli armadi di qualcuna più mattiniera di me.
Così è stato. Tutte le cose carine che avevo adocchiato sul sito erano andate.
Tutte tranne 2. Della mia taglia.
E una era la stessa maglia indossata da Sofia Coppola alla presentazione della collezione.
Potevo non comprarle?
Era chiaramente un segno del destino.

Non paga, la mia lista dei desideri si fa ogni giorno più lunga.
Come sempre, affido a queste pagine i miei desideri, nella speranza che abbiano il potere di tramutarli in realtà. O che qualcuno li legga e si metta una mano sul cuore. E una sul portafoglio.

Partiamo dal make-up, e dal fatto che sono una vittima del marketing.
Nonostante io lavori all'interno di questo sistema abbocco sistematicamente all'amo. Sono la consumatrice ideale.
Se tutti fossero come me, sarei ricchissima. E spenderei moltissimo. E si genererebbe un ciclo vizioso perverso da cui non uscirei mai più.

Qualche giorno fa ho visto su "Rock and Fiocc" i video realizzati da Lancôme per il lancio del rossetto "Rouge in love". Protagoniste 3 bloggers (Kenza, Gala, Helena) e le 3 capitali in cui vivono (rispettivamente Parigi, Londra, NYC). 
Vi posto il video che ho preferito è che mi ha fatto desiderare quel rossetto ed essere una parigina (una parigina che vive a Londra, se fosse possibile).

M'è venuta anche un po' voglia della bottiglia di Trésor Midnight Rose con rosellona-pompetta per cospargersi di profumo. Mi andrebbe bene anche vuota che al profumo non sono interessata.
Se proprio dovessi comprare un profumo adesso acquisterei "Blanche" di Byredo. O aspetterei l'uscita di "Dot" la nuova fragranza di Marc Jacobs.
Anche lo smalto che indossa Kenza all'inizio del video non mi dispiace affatto.
Chiamasi "Vernis in Love", e la tonalità dovrebbe essere "Corail in Love".

Giusto per mettermi in crisi Chanel ha realizzato un nuovo video per la nuova linea primaverile di rossetti Rouge Coco Shine.
Sebbene io possieda già la tonalità "Boy", ho scoperto che mi piacciono molto anche "Montecarlo" e "Liberté". Ma poi chi è il genio che ha pensato a questi nomi? Io li voglio già solo perché si chiamano così.

E dal reparto profumeria ci spostiamo verso l'abbigliamento.
Mettetevi comodi, che la lista è lunga.
Marc questa stagione m'è diventato minimal e un po' preppy. 
Apprezzate, gente, l'abile uso di questi due aggettivi da vera intenditrice. 
Marc, se stai apprezzando anche tu, manda un omaggio a testimonianza della tua imperitura stima e amore per la sottoscritta.


Passiamo all'amica Miuccia...

Vediamo ora se Marc, la Fatina Rosa, realizzerà i miei desideri...