Il libro del mese: Maggio

Posted by Miss Cici on giovedì 31 maggio 2012. Filed under:
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Sly, Banana Yoshimoto
E' il mio primo "Banana Yoshimoto".
E forse l'ultimo.
So che Banana è famosissima e molto apprezzata, ma io non posso unirmi al coro.
Magari ho sbagliato libro.
Sta di fatto che mi è scivolato addosso come acqua fresca.
Al punto che faccio fatica a scrivere questa recensione.
Ricordo che l'argomento era un viaggio in Egitto di tre amici, uno dei quali malato.
Ma non ricordo se questa esperienza tra piramidi, tempi e papiri abbia loro cambiato la vita.
La mia no di sicuro.

La confraternita dell'uva, John Fante
Una tenerissima ode al papà. A tutti i suoi difetti mortali e tutti i suoi pregi che lo rendono divino.
Ogni singola pagina mi ha fatto pensare a mio nonno, siciliano e sanguigno, amante del suo lavoro fino all'ultimo. Fin quando non ha potuto più dedicargli la sua vita.
Tanta dolcezza e tanta malinconia a ogni pagina.

Chiedi alla polvere, John Fante
Un bellissimo libro. Indiscutibilmente il migliore del mese.
Un libro che ti arriva dentro con una violenza quasi dolorosa.
E' irruente, vitale, passionale.
Non te lo levi più di dosso.

Il regno dei lupi - La regina dei draghi, George R.R. Martin
Che dire...
Sono diventata una tossica.
Non posso fare a meno di leggere, leggere e leggere.
Sono avida di fatti. Devo sapere chi vincerà la guerra e siederà sul Trono di Spade.
Mi sto tramutando in un grasso nerd americano, ne sono consapevole, ma non posso staccarmi da questi libri.
Ieri sono andata in libreria e ho ordinato i 6 che mi mancavano per completare la saga.
Perché li voglio tutti e li voglio tutti uguali, della medesima edizione, perché devono stare lì, in bella mostra sulla mia libreria e io li debbo rimirare fiera di loro.
Se vi volete bene non entrate in questo pericolosissimo tunnel.
E sappiate che una volta entrati, una volta letto il primo libro, non ne verrete mai più fuori.

Peter Pan nei giardini di Kensington, James M. Barrie
Avevo già letto "Peter Pan" (la recensione qui) un anno fa ed ero rimasta incredibilmente delusa da quella che ero convinta fosse una delle mie favole preferite.
Leggendo il libro ho capito che il merito della mia adorazione andava tutto a Walt Disney e ben poco a James M. Barrie.
Poiché sono magnanima, e poiché non me ne facevo una ragione di cotanta delusione, ho deciso di concedere a Mister Barrie una seconda chance, leggendo quello che potremmo considerare il prequel di "Peter Pan".
"Peter Pan nei giardini di Kensigton" è, infatti, la storia di come il piccolo Peter diventa il Pan che noi tutti conosciamo.
Una storia molto tenera ambientata nei bellissimi giardini di Kensigton che di notte, quando i cancelli chiudono e le tate tornano nelle loro case con i pargoli, si tramutano in brulichio di fate, un chiacchericcio di alberi e fiori, un'operosa attività di uccellini che costruiscono i loro nidi.
E' qui che Peter cresce, diventando un "forse-che-si-forse-che-no", un po' bambino, un po' uccellino.
Come arrivi all'Isola che non c'è, non è dato sapere.
Un libro molto tenero.
Eppure, non vedevo l'ora che finisse.
Perché questo libro ha un problema. E questo problema si chiama James M. Barrie, che è noioso come la morte.
Anzi di più.
In fondo, come dice Peter, la morte sarà una meravigliosa avventura.
Barrie no.


Serata un po' così.

Posted by Miss Cici on martedì 29 maggio 2012. Filed under:
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Serata un po' così.
In silenzio, nè musica, nè televisione.
Una doccia bollente e una tisana con foglie di menta fresca.
Una maschera sul viso e smalto fresco sulle unghie. Un nuovo rosso mi ha fatto perdere la testa.
Uno sbadiglio, un sorriso per le cose belle che, comunque, continuano a succedere.
Perché esistono le Persone Belle.

Buonanotte.

E da domani metto i tacchi, un sorriso nuovo e un vaso di peonie sul tavolo.




La Cosa

Posted by Miss Cici on venerdì 11 maggio 2012. Filed under:
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Quante volte vi hanno detto "Devo dirti una cosa", e poi non l'hanno fatto?
Quanto tempo ed energie avete sprecato nell'estenuante tentativo di capire COSA dovevano dirvi?
Quanto questo ha provato il vostro sistema nervoso? 


Le persone che devono "Dirti una Cosa", e poi non lo fanno, vanno presi per un braccio e accompagnati, non troppo gentilmente, nel girone degli "Ulissi che non fecero ritorno", girone in cui possiamo incontrare, tra gli altri:
- Intervistatori di colloqui che "Le faremo sapere", e poi svaniscono nella voragine del Monte Fato, provincia di Mordor, insieme a Gollum e al suo Tesssoro;
- amici/che che "Non so cosa farò stasera, ma ti faccio sapere", e poi vengono rapiti da David Bowie, nelle vesti di Jareth, re dei Goblin in "Labyrinth";
- fidanzati che "Prendiamoci una pausa", e poi vengono risucchiati dalle Paludi della Tristezza insieme ad Artax, il cavallo di Atreiu. Va da sè che in suddette paludi incontreranno una nuova fidanzata, ma non riteranno opportuno dirvelo.
Di tutti costoro noi rimaniamo in attesa come Penelope, a fare e disfare la nostra tela di fini pippe mentali.

Le persone che devono "Dirti una Cosa", e poi non lo fanno, sono giustificate solo nei seguenti casi:
- Alzheimer prematuro e improvviso.
- sono ex agenti della CIA colpiti da amnesia, come Matt Damon nella trilogia di "Jason Bourne" (che poi la memoria torna anche a lui).
- sono vittime di una rapina in una strada malfamata di Praga in cui si aggiravano solo 2 imbecilli: loro che rimuginavano sulla "Cosa" da dirti, e Chuck Bass con in tasca il brillocco da millemila dollari. Sarebbe auspicabile che, in attesa torni loro la memoria, noi incontrassimo un principe, come Blair Waldorf in attesa di Mister Bass.

In tutti gli altri casi non hanno giustificazione alcuna.

Invece, noi dopo 4 giorni di educata attesa abbiamo il diritto di perdere interesse verso la "Cosa". E verso di loro.
Perché i motivi per cui non ci dicono questa maledettissima "Cosa", sono plurimi e tutti ugualmente spiacevoli.
In primis, si divertono.
Mentre noi li guardiamo con occhioni sgranati, affamati di conoscenza, ardenti di curiosità, grati anche solo di un insignificante indizio, un rebus, una colonna di sudoku, loro Godono.
Se guardi bene potrai vederlo: il Ghigno.
Loro ghignano di noi. Loro ne traggono piacere. 

La seconda motivazione è che sapere che ci stanno tenendo sulla graticola li fa sentire potenti.
Noi e i nostri occhioni da cerbiatto gli abbiamo conferito IL Potere.
Loro conoscono la "Cosa", loro hanno il Potere di decidere se La sapremo o no. Loro possono decidere come, dove e quando.

Citando un film di qualche anno fa ("Qualcosa di cui sparlare") vorrei dir loro che la "Cosa" possono scriverla, metterci un francobollo e spedirla a qualcuno a cui gliene frega qualcosa.
Io ho perso interesse.
Io ho "Cose" più importanti a cui pensare.
Io ho "Cose" più divertenti a cui pensare.
La loro "Cosa" è diventata noiosa.

Perché questo atteggiamento da misterioso-ma-profondo-ma-anche-rude-ma-dal-cuore-di-panna era demodé già ai tempi di Dylan di Beverly Hills. Che alla fine pure Brenda ne aveva le palle piene e se n'è andata a cercar successo altrove.
Il bello e tenebroso fa tanto anni '90.
E la letteratura di ogni tempo ci insegna che alla fine non è mai bene sceglierlo.
Che anche Mister Darcy alla fine cambiava atteggiamento, in seguito a probabile epifania, acquisendo la consapevolezza che continuando a tirarsela sarebbe rimasto a farsi le pippe da solo a Pemberley.

In conclusione, avrei io una Cosa da dire a tutti costoro: scendete da 'sto piedistallo!
O rimaneteci su da soli.
Che io preferisco star qui giù, con le persone normali che quando hanno una cosa da dirti te la dicono. Subito.
Volevo dirvi questa cosa e ora l'ho detta.


Photos via: A Lovely Being, Pinterest, Tumblr

Il libro del mese: Aprile

Posted by Miss Cici on martedì 8 maggio 2012. Filed under:
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Libri e amori a Los Angeles, Karen Mack e Jennifer Kaufman
Francamente se ne poteva fare a meno.
La sola cosa che mi è piaciuta è che è un libro che parla di libri.
E lo conserverò come promemoria di libri da leggere.


Il suggeritore, Donato Carrisi
Sono rimasta sveglia fino alle 2:30 di notte per terminarlo, e credo che questo sia il 
complimento più bello che un lettore possa fare a un libro.