Alla lettura è dedicato almeno il 50% del mio tempo libero.
I libri per me sono degli amici indispensabili sin dall'infanzia. Niente mi dà più gioia, tranquillità e serenità, di sprofondare nel divano in compagnia di un buon libro.
E' come ritrovare l'abbraccio affettuoso di un vecchio amico.
Sai che nel momento in cui aprirai quelle pagine niente di brutto potrà accadere.
L'unica sorpresa che ti aspetterà sarà quella custodita tra le righe. Potrai essere felice, triste, impaurito, elettrizzato, solo per merito di quei piccoli segni neri che sono lì in attesa che tu dia loro un senso.
Leggo ovunque: sul divano rosso di casa mia, sotto le coperte prima di dormire, durante i viaggi in treno e durante quelli più brevi in aereo.
Leggo in bagno, mentre aspetto che l'acqua che scorre nella doccia diventi calda; leggo dal parrucchiere, in attesa che i capelli diventino del colore desiderato; leggo nelle sale d'attesa dei medici ed in coda alle Poste.
Ho letto a Londra, Parigi, Berlino, Barcellona, Stoccolma, Dublino, Amsterdam...
Ho letto a Palermo, Torino, Milano, Roma, Pescara e Bologna...
Per questo ho deciso di parlarvi mensilmente dei libri che mi han tenuto compagnia per 30 giorni.
Questo mese sono stata fortunata.
Ho letto 5 libri, e non mi sento di bocciare nessuno di loro.
Grande fortuna, visto che in genere almeno uno al mese si rivela una grande delusione.
Il primo della lista è "La ragazza dello sputnik" di Haruki Murakami, di cui ho già parlato qualche post fa. E' stato una piccola conquista, dal momento che mi ha permesso di rivalutare questo scrittore che avevo bocciato inesorabilmente anni fa, dopo aver letto (con grande noia) "Norwegian Wood - Tokyo Blues".
Non so se questa improvvisa riabilitazione di Murakami sia dovuta al fatto che negli anni son cresciuta, maturata (si spera) e cambiata, o se l'ho letto con la giusta predisposizione mentale, che evidentemente mancava la prima volta in cui ci siamo conosciuti... Fatto sta che ho trovato "La ragazza dello sputnik" un libro lieve, piacevole, scritto con maestria.
Un libro che mi ha riconciliato con il suo scrittore, e mi ha trasmesso la voglia di conoscerlo meglio.
Il secondo libro del mese è "L'isola sotto il mare" di Isabel Allende.
Premetto che non amo particolarmente i libri della Allende.
Letto uno, letti tutti.
La sua ultima opera non smentisce la mia opinione.
Tutto sommato un libro che si lascia leggere. Soprattutto se siete dei fan della signora Allende.
Il terzo libro è anche quello che reputo il migliore dei cinque: "L'impareggiabile Sherlock Holmes" di Arthur Conan Doyle.
Del celebre investigatore inglese si fa un gran parlare ultimamente, anche per merito dell'ultima fatica cinematografica del signor Guy Richie, così m'è venuta voglia di conoscerlo meglio. Pur essendo una discreta lettrice di libri gialli, non avevo mai letto nulla di A.C. Doyle (se escludiamo le brevi letture di inglese del liceo), e quando mi sono imbattuta, del tutto casualmente, in questo libricino dalla copertina "finto-antica" e dal titolo tanto allettante, non ho resistito.
Il libro raccoglie tre brevi racconti, tutti con Sherlock Holmes ed il fidato Watson come protagonisti, che ruotano attorno al tema dello scambio di persona.
Lettura incredibilmente godibile, ironica ed acuta.
Una scrittura deliziosamente retrò, che si fregia di parole ormai dimenticate ma dallo squisitissimo gusto vittoriano.
La Londra vittoriana, la mia preferita, trasuda da ogni singola riga di questo libro.
Così vintage e così moderno.
Iniscutibilmente il vincitore del mese!
Il quarto libro, "44 Scotland Street", è, invece, opera di uno dei miei scrittori preferiti: Alexander McCall Smith, scrittore scozzese, autore di gialli originali e divertenti.
Finora avevo letto solo i libri appartenenti a due cicli narrativi: le storie della dective Precious Ramotswe, ambientate in Botswana e quelle della filosofa, e detective improvvisata, Isabel Dalhousie, ambientate ad Edimburgo (le mie preferite).
In "44 Scotland Street" A. McCall Smith abbandona il filone "investigativo" e ci regala una storia corale, i cui personaggi, tutti inquilini della medesima palazzina, si incontrano, fanno amicizia, s'innamorano, si odiano o semplicemente si incrociano per le scale del palazzo.
La trama, a voler esserer onesti, non è nulla di sensazionale, piuttosto rappresenta una scusa per dar vita a divertenti dialoghi, alcune volte assurdi, altre illuminanti. Lo sfondo è sempre la bellissima Edimburgo. Ogni volta che chiudo un libro di Alexander McCall Smith mi riprometto di fare un viaggio in Scozia. Prima o poi ci riuscirò.
Quinto ed ultimo libro del mese è "Le figlie del libro perduto" di Katherine Howe e, onestamente, è ancora in corso di lettura (ma siam quasi agli sgoccioli, conto di leggere le ultime pagine proprio oggi).
L'ho comprato perchè attratta dalla recensione che gridava "Il libro preferito dei librai indipendenti americani!"... Più che attratta, forse dovrei dire ingannata.
Non è nulla di quel che mi aspettavo.
Il solito libro sulle streghe e sui processi di Salem.
E devo confessare che io adoro i libri sulle streghe.
Ma quasi sempre sono un'enorme delusione. Per fortuna ci sono delle piacevoli eccezioni (vedi Anne Rice ed il suo "L'ora delle streghe").
Ad ogni modo il libro di Katherine Howe, vera discendente di due donne che sono state effettivamente vittime del processo di Salem, è scritto discretamente, sebbene la trama non sia originalissima. Quanto meno si sente un certo "affetto" per il tema trattato.
Concludendo, The Winner Is: L'impareggiabile Sherlock Holmes!
E stavolta è proprio il caso di definirlo tale!