Dopo lungo silenzio, torno a scrivere da queste parti per la mensile recensione dei libri letti negli ultimi 30 giorni.
"Il Manuale del giovane Scrittore Creativo" di Bianca Pitzorno
Iniziamo con questo piccolo libricino acquistato per due precise ragioni: il titolo e la sua scrittrice.
Un libro indirizzato ai "Giovani Scrittori Creativi" non poteva sfuggire ad una persona che come me si vanta di avere velleità di scrittrice, sebbene poi io mi limiti a scrivere solo questo piccolo blog, un paio di e-mail agli amici lontani e molte, troppe, e-mail di lavoro. Mi son detta, però, che forse avrei trovato proprio tra queste poche pagine la chiave che aperto quel mondo che fantastico di avere dentro e che un giorno mi piacerebbe trasferire su dei fogli di carta. O più probabilmente avrei trovato un paio di ottimi consigli che un giorno, si spera non troppo lontano, avrei potuto mettere in pratica.
La seconda ragione per cui ho comprato il libro è, come dicevo, Bianca Pitzorno, una delle scrittrici che più ho amato durante la mia infanzia. Molti dei suoi libri sono ancora gelosamente conservati nella libreria della casa dei miei genitori, e sono tra i libri che meglio ricordo, nonostante siano passati tanti anni dall'ultima volta in cui sono stati letti.
Non è stata, dunque, una sorpresa che il libro fosse dedicato ad aspiranti attori giovani, molto giovani. Molto più giovani di me. Dei bambini, insomma.
Poco male, io sono una grande fan dei libri destinati al giovane pubblico. Trovo che di tanto in tanto farebbe bene ai "Grandi" leggerne qualcuno. Per ritrovare un pò di freschezza e leggerezza, per ricordare una persona lontana che forse abbiamo dimenticato, ma non è mai andata via: noi stessi bambini.
E pensare che ci sono ancora bambini che desiderano diventare degli scrittori, che amano i libri, leggerli e scriverli, mi rincuora. Troppo spesso si sente parlare di bambini-automi ipnotizzati per ore davanti alla tv o ai videogiochi, incapaci di giocare, che restano piccoli per troppo poco tempo, o non hanno la possibilità di esserlo mai.
E' bello pensare che le cose non sono ancora così disastrose.
Per me è sempre bello sapere che i libri sono ancora importanti per qualcuno.
"La fine del mondo ed il paese delle meraviglie" di Haruki Murakami
Vi ho già parlato del mio conflittuale rapporto con questo scrittore. Bè, con i libri di questo scrittore.
Il nostro primo incontro fu disastroso. Il suo libro "Tokyo blues - Norwegian wood", che mi avevano assicurato essere un capolavoro, mi annoiò terribilmente. "La ragazza dello sputnik", letto a Marzo, mi ha incantato.
E così si era giunti a un pareggio. Era necessario un terzo libro per capire se io odiavo Haruki Murakami, o era diventato uno dei miei scrittori preferiti.
Così ho comprato "La fine del mondo ed il paese delle meraviglie".
Ebbene, Murakami è entrato prepotentemente nell'elenco dei miei scrittori preferiti. Il protagonista di quest'ultimo libro, seguendo l'invito di un vecchietto stravagante, canuto come un Bianconiglio, si ritrova a precipitare nel mondo sotterraneo che vive sotto il cemento della Tokyo degli anni '90. Una ragazza che ama il rosa lo guida agile, nonostante la sua mole, tra i pericoli ed i misteri di questa realtà parallela. Tra Invisibili, unicorni e ragazze dagli stomaci enormi che possono mangiare fino a scoppiare, senza mai ingrassare.
Nel frattempo, in un'altra dimensione, un giovane "Lettore dei sogni" ha perso la sua ombra, e rischia di perdere anche il suo cuore, proprio come tutti gli altri abitanti del posto chiamato "la fine del mondo". Luogo da cui cercherà di fuggire, per tornare là dove le persone hanno sentimenti, amano ed odiano.
Lo so, sembra che io stia deliderando.
Più che altro vi sto raccontando un delirio.
Che vi consiglio di leggere.
"Cinque donne e mezzo" di Francisco Gonzàlez Ledesma
Questo giallo mi è stato regalato dalla mia "zia matta" (non è un'offesa, lei stessa si definisce così). Un giorno vi parlerò di lei perchè merita davvero che io ve la presenti. Per il momento mi limiterò a dirvi che lei è la mia principale pusher di libri gialli. Avida lettrice, con un ottimo gusto, ed amante del giallo, me ne regala almeno uno al mese. E poi passiamo ore al telefono a parlarne. Poichè viviamo in due città diverse, in genere i suoi doni giungono tramite mia madre, quando viene a trovarmi, e sono sempre accompagnati da un paio di righe in cui mi spiega la ragione per cui dovrei leggere il libro.
Il motivo per cui ho dovuto leggere questo è la poesia con cui il suo scrittore sa descrivere la realtà. E bisogna essere davvero bravi per trovare della poesia nei quartieri più poveri di una Barcellona che prova a reagire e rinascere dopo il regime di Franco. Eppure lui ci riesce. E ci racconta la storia di donne spagnole, povere, ricche, disperate, che vogliono vivere nonostante tutto.
Donne "che innaffiavano con una lacrima i fiori in vaso alle finestre".
Ancora una volta la zia aveva ragione. Poetico, nonostante a tratti un pò troppo "crudo", in maniera quasi gratuita.
Per fortuna che c'è la poesia! E Barcellona.